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Corte d'Appello di Bologna > aliunde perceptum
Data: 14/10/2003
Giudice: Varriale
Tipo Provvedimento: Sentenza
Numero Provvedimento: Non disponibile
Parti: Kwabena D. / GRANDI SALUMIFICI ITALIANI SpA
LICENZIAMENTO INGIUSTIFICATO - APPLICAZIONE DELL'ART. 18 - REDDITI PERCEPITI NEL PERIODO SUCCESSIVO AL LICENZIAMENTO - ONERE DELLA PROVA.


Un lavoratore ingiustificatamente licenziato aveva ottenuto dal Tribunale di Modena, in applicazione dell'art. 18 Statuto dei lavoratori, il risarcimento del danno in misura pari alle retribuzioni dalla data del licenziamento a quella dell'effettiva reintegrazione. La società datrice di lavoro proponeva appello sostenendo che il dipendente avrebbe dovuto provare il danno eccedente le cinque mensilità di retribuzione. Invero in primo grado essa, nella memoria di costituzione in giudizio, non aveva formulato alcuna eccezione rispetto alla circostanza che il lavoratore avrebbe percepito somme nel periodo successivo al licenziamento (cd. aliunde perceptum o percipiendum), né lo aveva fatto nelle note autorizzate all'esito dell'istruttoria, limitandosi ad affermarlo solo con successive ulteriori note autorizzate, in termini del tutto generici e a sollecitando al riguardo i relativi poteri d'ufficio del Tribunale. La Corte d'Appello ha respinto il ricorso, ripercorrendo l'orientamento della Suprema Corte a partire dalla sentenza n. 2762/85, con la quale si è ribadito che "il risarcimento del danno (…) si identifica, quanto al danno eccedente le cinque mensilità dovute per legge, nelle retribuzioni non percepite, salvo che il dipendente provi di aver subito un danno maggiore o che il datore di lavoro provi l'aliunde perceptum ovvero il ricorrere del fatto colposo del creditore". Il principio è stato più volte confermato dalla stessa Corte, secondo cui l'onere di provare che il danno subito dal lavoratore sia inferiore a quanto presunto dalla legge è a carico del datore di lavoro, il quale deve dimostrare non solo che il lavoratore licenziato ha assunto nel frattempo una nuova occupazione, ma anche quanto con essa percepito (l'aliunde perceptum) essendo questo il fatto che riduce l'entità del danno (Cass. n. 11341/00; n. 10203/02; n. 5586/02; n. 5662/99 ed altre). Né tale principio è contraddetto da quanto affermato da Cass. S.U. del 3.2.1998, n. 1099, laddove si afferma che "allorquando vi è stata rituale allegazione dei fatti rilevanti e gli stessi possono ritenersi incontroversi o dimostrati per effetto di mezzi di prova legittimamente disposti, il giudice può trarne d'ufficio (anche nel silenzio della parte interessata ed anche se l'acquisizione possa ricondursi ad un comportamento della controparte) tutte le conseguenze cui essi sono idonei ai fini della quantificazione del danno lamentato dal lavoratore illegittimamente licenziato" (cfr. pure Cass. n. 10523/01; n. 1890/01; n. 10859/00). Come ha infatti recentemente puntualizzato il Supremo Collegio, fermo restando che la prova del danno inferiore alla misura prevista dall'art. 18 grava sul datore di lavoro, il giudice deve tenere conto "dei fatti e delle circostanze, purché ritualmente acquisiti al processo, e che siano idonei a individuare e quantificare l'entità del danno subito" (Cass. n. 2853/02). Nel caso specifico, come aveva già evidenziato il Tribunale di Modena, non vi era stata tempestiva - quantomeno in occasione delle prime note autorizzate all'esito dell'istruttoria - allegazione delle circostanze da parte della società, che avrebbe dovuto "provare di non aver avuto tale conoscenza delle stesse e di avere, una volta conseguita tale conoscenza, formulato le relative deduzioni nell'osservanza del principio, ricavabile dagli artt. 414, 416 e 420 c.p.c., di tempestività di allegazione dei fatti sopravvenuti, all'uopo utilizzando il primo atto utile successivo alla conoscenza dei medesimi" (Cass. n. 9826/98). La Corte d'Appello ha infine respinto la richiesta, formulata con il ricorso, di giuramento decisorio, definendolo "inidoneo a definire la controversia o parte della stessa : i fatti su cui si verte sono comunque inidonei a quantificare l'aliunde perceptum in questiones